CS: Risolto il mistero di Paludotona, il coniglio “fantasma” della Maremma

Link identifier archive #link-archive-thumb-soap-30872
CS: Risolto il mistero di Paludotona, il coniglio “fantasma” della Maremma
COMUNICATO STAMPA
Risolto il mistero di Paludotona, il coniglio “fantasma” della Maremma
Un coniglio “fantasma” gigante, si aggirava per il Mediterraneo tra 8.3 e 6.7 milioni di anni fa, in un arcipelago che adesso non c'è più. A dirlo, una ricerca con capofila il Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre, recentemente pubblicata sul Bollettino della Società Paleontologica Italiana
 
Roma, 10 maggio 2022 - Si chiama Paludotona, i suoi resti risalgono a 8.3-6.7 milioni di anni fa e sono stati trovati in quella che oggi è la Toscana. Dalla loro scoperta e prima descrizione negli anni ’50 del secolo scorso, sono passati circa sessant’anni affinché venissero di nuovo “riesumati” da un cassetto del Museo di Storia Naturale di Basilea, dove erano stati accuratamente conservati, per effettuare nuovi studi.

Seppure le forme viventi più prossime a questo animale siano i rappresentanti dell'ordine Lagomorpha, che annovera fra i suoi membri conigli e affini, Paludotona non è proprio un coniglio, poiché conserva dei caratteri estremamente primitivi che indicano che i suoi antenati erano i lagomorfi vissuti in Europa tra 25 e 22 milioni di anni fa. Il gap di almeno 14 milioni di anni fra Paludotona e i suoi antenati è un paradosso che si spiega scientificamente con il concetto di "linea fantasma", cioè di una linea evolutiva di cui non si hanno tracce fossili per un lungo periodo, ma della quale gli specialisti possono ricostruire comunque la storia e riallacciarla a quella degli antenati vissuti milioni di anni prima.

Ciò è spiegato nel recente lavoro Link identifier #identifier__71281-1“The body mass of Paludotona (Lagomorpha, Mammalia): first approach to the ecology of the last stem lagomorph (Tusco-Sardinia palaeobioprovince, late Miocene), pubblicato sul Bollettino della Società Paleontologica Italiana. Lo studio è frutto di una ricerca internazionale congiunta coordinata da Chiara Angelone, Laboratorio di Paleontologia dei Vertebrati del Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi Roma Tre (Italia), insieme a Stanislav Čermák, Istituto di Geologia dell’Accademia Ceca di Scienze (Repubblica Ceca), Blanca Moncunill-Solé, Departamento de Física e Ciencias da Terra dell’Università di A Coruña (Spagna), e Lorenzo Rook, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze (Italia).

In questo studio è stato inoltre calcolato il peso di una delle specie conosciute di Paludotona (P. cf. minor), stimato circa 1100 grammi, grazie a una metodologia innovativa che permette di risalire alla massa corporea di un organismo fossile anche a partire da un reperto molto frammentario. Potrebbe sembrare poca cosa, ma se si considera che i lagomorfi primitivi da cui ha avuto origine erano da 3 a 5 volte più piccoli, Paludotona può essere considerata un gigante. Tale aumento di taglia è dovuto al fatto che per tutta la sua storia evolutiva ha vissuto in un arcipelago fossile, ovvero un territorio che ora fa parte della terraferma, ma che nel passato era isolato da un braccio di mare. In questo ambiente privo di carnivori terrestri Paludotona ha potuto prosperare, tanto che è sopravvissuto 2.5 milioni di anni in più rispetto al gruppo dei lagomorfi primitivi, il cui ultimo rappresentante, non direttamente legato a Paludotona, ma solo facente parte dello stesso gruppo, si è estinto 9 milioni di anni fa. Ciò vuol dire che Paludotona, nel tardo Miocene, poteva considerarsi un fossile vivente.

È interessante notare che la sua estinzione è stata determinata non dall’ennesimo cambiamento climatico di cui era stata testimone nei suoi milioni di anni di evoluzione, ma dal collegamento dell’arcipelago in cui viveva con la terraferma. Tale evento, avvenuto 6.7 milioni di anni fa, mise a contatto le specie endemiche insulari dell’arcipelago fossile in cui Paludotona viveva e quelle di affinità europea della terraferma, cioè una porzione di penisola italiana emersa a quel tempo, ed ebbe come conseguenza la completa estinzione delle forme insulari.
“In questo studio – illustra la prof.ssa Chiara Angelone - risulta evidente che i cambiamenti climatici non giocano un ruolo determinante per l’estinzione di Paludotona. Determinanti, invece, sono stati i cambiamenti paleogeografici e l’interazione fra paleocomunità”. Ciò fa riflettere sul grande rischio di ipersemplificazione che si corre sia quando si affronta lo studio degli scenari attuali relativi ai cambiamenti a cui il sistema Terra sta andando incontro, sia quando si tenta di prospettare scenari futuri, senza tenere in debito conto il background paleontologico.
 
DIDASCALIA
Da un piccolo frammento corrispondente alla parte finale della tibia (ipoteticamente ricostruita in a), e figurato in norma anteriore (b1, foto; c1, schematizzazione con nomenclatura), posteriore (b2, c2) e distale (b3, c3), è stato possibile ricavare il peso di una delle specie di Paludotona presenti nel paleoarcipelago toscano tra 8.3 e 6.7 milioni di anni fa.
INFORMAZIONI
Dipartimento di Scienze degli Studi Roma Tre
www.scienze.uniroma3.it
 
 
CONTATTI UFFICIO STAMPA
Dipartimento di Scienze Università degli Studi Roma Tre
Francesca Vitalini | Link identifier #identifier__197618-2francesca.vitalini@uniroma3.it, press.scienze@uniroma3.it | 339 339 0878