L’Università in carcere: lo studio come riscatto

COMUNICATO STAMPA
 
Mercoledì 4 giugno 2025 – ore 15.00
Sala del Consiglio del Dipartimento di Giurisprudenza (Via Ostiense, 161)
 
Roma, 3 giugno 2025 – Un’occasione di riflessione e confronto sul valore dell’istruzione universitaria negli istituti penitenziari.
Si terrà mercoledì 4 giugno alle ore 15.00, presso la Sala del Consiglio del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre (Via Ostiense, 161), l’incontro “L’Università in carcere: lo studio come riscatto”, promosso su iniziativa dell’Avv. Eleonora Mattia, consigliera regionale del Lazio e vicepresidente della I Commissione Affari costituzionali e istituzionali, in collaborazione con il Polo Universitario Penitenziario di Roma Tre, e i Poli universitari delle Università Sapienza, Tor Vergata e Cassino e del Lazio Meridionale.
L’evento vuole approfondire il ruolo dell’università come strumento di inclusione e riabilitazione all’interno delle carceri, con il coinvolgimento diretto di rappresentanti delle istituzioni accademiche, del sistema penitenziario, delle autorità regionali e nazionali, e delle figure che quotidianamente operano sul campo.
Ad aprire l’incontro i saluti istituzionali affidati al Rettore di Roma Tre, prof. Massimiliano Fiorucci, all’Avv. Eleonora Mattia, all’Assessora all’Università della Regione Lazio, dott.ssa Luisa Regimenti, e al Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, prof. Antonio Carratta. A seguire gli interventi dei referenti dei Poli universitari penitenziari: prof. Giancarlo Monina (Roma Tre), prof. Pasquale Bronzo (Sapienza) e prof.ssa Sarah Grieco (Cassino e Lazio Meridionale) che si confronteranno con il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, dott. Giacinto Siciliano, il Garante Regionale dei diritti delle persone private della libertà, prof. Stefano Anastasia, il Garante Nazionale, avv. Irma Conti, il responsabile per la pastorale universitaria della Diocesi di Roma, Don Gabriele Vecchione, e con Direttrici e direttori degli istituti penitenziari del Lazio. Previste inoltre le testimonianze di Coordinatrici didattiche e tutor universitarie che operano negli istituti penitenziari.
L’incontro non rappresenta un momento isolato, ma una tappa significativa di un percorso più ampio, volto a promuovere una cultura della pena fondata sulla dignità della persona e sul diritto allo studio. Perché l’università, anche e soprattutto in carcere, può essere veicolo di emancipazione, consapevolezza e reinserimento sociale. Un auspicio che sarà possibile soltanto se alla condivisione dei principi fondamentali del dettato costituzionale si accompagneranno politiche pubbliche e impegni concreti.
 
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