NOTA STAMPA. La ricerca/laboratorio sui giovani gender. Il contributo scientifico di Roma Tre

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NOTA STAMPA. La ricerca/laboratorio sui giovani gender. Il contributo scientifico di Roma Tre
ULTERIORI CHIARIFICAZIONI

Roma, 26 settembre 2024 – A fronte delle numerose illazioni diffuse in questi giorni dai mezzi di comunicazione, sembra opportuno offrire ulteriori elementi di chiarificazione. Si precisa ancora una volta che il “laboratorio” al quale ci si è riferiti non consiste né in un corso, né in un insegnamento. Si tratta di un singolo incontro, nell’ambito di una ricerca non finanziata, che non prevede in alcun modo attività finalizzate a influenzare i minori su questioni legate al genere. Come in molte altre ricerche, gli strumenti per raccogliere le storie e i vissuti personali, in ragione dell’età delle persone coinvolte, sono di carattere ludico-ricreativo. Inoltre, le attività proposte durante l'incontro non fanno riferimento diretto all'espressione di genere dei bambini e delle bambine.
Durante l’incontro verrà effettuata una rilevazione delle narrazioni spontanee dei minori, tra i 7 e i 14 anni, con la presenza dei genitori. Il Comitato Etico dell'Università Roma Tre ha valutato la metodologia di ricerca come adeguata, confermando che non vi è alcuna violazione dei diritti dei partecipanti e delle partecipanti. Le 7 famiglie, che hanno scelto volontariamente di partecipare, svolgono già da tempo attività di questo tipo all'interno di un'associazione e i ricercatori intendono unicamente raccogliere le loro storie. Va osservato, peraltro, che tali famiglie sono fortemente scosse dal clamore mediatico della campagna di disinformazione in corso e dovrebbero essere maggiormente tutelate.
Il Rettore si riserva di intraprendere qualsiasi azione legale a tutela dell’immagine e reputazione dell’Ateneo, a fronte di notizie palesemente false.

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Roma, 24 settembre 2024 – L’Università è da sempre il luogo della ricerca libera e indipendente, senza pregiudizi e senza ideologismi. Per sua natura la ricerca è chiamata a esplorare territori di confine, lungo i quali non sono consolidate conoscenze adeguate; ciò costituisce un preliminare necessario alla formulazione di ogni tesi e di ogni giudizio.
In questi giorni si è innescata una polemica strumentale e disinformata sull’iniziativa promossa per sabato 28 settembre (presso il Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre), che altro non è che una delle fasi di un progetto, uno studio scientifico di natura qualitativa sul benessere di bambini/e e ragazzi/e con un’espressione e/o identità di genere non normativa clinicamente riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’obiettivo della ricerca è quello di comprendere meglio il loro vissuto emotivo e come si relazionano nel contesto familiare e scolastico, con l’intento di salvaguardare i diritti dei minori. I territori poco noti possono spaventare anche se – afferma il Rettore, Massimiliano Fiorucci – “la reazione che si è scatenata sembra quella di una caccia alle streghe”.
In Italia, la diversità di genere nell'infanzia e nell’adolescenza è un fenomeno ancora poco studiato. La maggior parte delle ricerche proviene dall'ambito clinico e medico concentrandosi principalmente sulla salute mentale dei/lle bambini/e e ragazzi/e gender diverse, lasciando sullo sfondo il contesto sociale in cui si muovono. Inoltre, tutti gli studi che riguardano i minori gender diverse si sono sviluppati a partire da interviste o sondaggi con adulti (genitori e professionisti/e della salute), perdendo l'opportunità di raccogliere le voci e le prospettive delle persone più giovani.
Il progetto avviato dall’Università Roma Tre, in collaborazione con altre sedi universitarie, non ha ricevuto finanziamenti ed è stato approvato dalla Commissione Etica di Ateneo, che ha verificato che nella ricerca i partecipanti alla ricerca siano tutelati e che siano rispettati i criteri di correttezza scientifica. Essa ha come obiettivo primario quello di ampliare la conoscenza rispetto al vissuto delle giovani persone con identità di genere non normativa, indagando in particolare i significati da loro attribuiti all’esperienza di rottura con la norma sociale in termini di genere e i fattori sociali che, dal punto di vista delle persone direttamente coinvolte, possono mitigare o aumentare le esperienze di discriminazione e di mancato riconoscimento affrontate.
Insomma, si tratta di un incontro di ricerca finalizzato ad acquisire direttamente dalla voce dei minori con identità di genere non normativa, le loro valutazioni sul fenomeno e il loro vissuto. Non si tratta, quindi, di un laboratorio aperto al pubblico ma di una sessione di ricerca a cui prendono parte persone che hanno aderito al progetto con il consenso e la presenza dei loro genitori.
Il progetto sarà pioniere in Italia nella discussione che riguarda la diversità di genere nei minori, contribuendo a far progredire la comprensione e la consapevolezza della diversità di genere. I risultati della ricerca e il loro impatto si estenderanno, inoltre, al di là del mondo accademico. Questa collaborazione rappresenta, infatti, un'opportunità per colmare le lacune nella comprensione e nel sostegno a bambini e ragazzi gender diverse, promuovendo la creazione di ambienti inclusivi e aumentando il loro riconoscimento sociale.
La ricerca scientifica svolta dall’Università non è mai preceduta da una tesi, ma contribuisce eventualmente a formularne, anche di segno diverso. Peraltro, l’Università Roma Tre ha aderito, già da tempo al Child Protection Policy, un atto che impegna le Università ad agire contro ogni forma di violenza, sfruttamento, oltraggio o brutalità fisica o mentale, abbandono o negligenza rivolta ai minori.
 
 


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