Heritage Making and Adaptive Reuse (MHMAR)

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Master II livello a.a. 2023/2024

Link identifier #identifier__47105-1Regolamento

Il Corso di Studio in breve

Quando un immobile perde il suo uso primario il suo riuso è uno dei modi per salvarlo dal cadere in rovina. Il riuso adattivo del patrimonio lo si deve considerare come un un’alternativa al processo di demolizione, ma soprattutto come un processo di Heritage Making. La sfida del riuso, che ha evidenti benefici su tutti gli aspetti della sostenibilità, si accompagna però anche a sfide importanti che non riguardano solo la materialità dei beni, degli edifici o delle aree ma riguarda principalmente la rilevanza urbana del processo di riuso adattivo e coinvolge le persone e in particolare “il cosa” questi immobili rappresentano nella storia delle comunità locali. Il corso vuole quindi orientare la formazione di architetti, giuristi, urbanisti, antropologi, ingegneri, dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione, e in generale gli operatori della trasformazione urbana, verso la complessità della questione urbana contemporanea che riguarda la trasformazione, meglio dire la reinvenzione, del già costruito. Il Master in Heritage making and adaptive reuse (MHMAR) è aperto a chiunque abbia un titolo di laurea magistrale indipendentemente dall’area disciplinare di appartenenza e dal percorso biografico e professionale: architetti e urbanisti, antropologi, sociologi, scienziati politici ed economisti, operatori del terzo settore, dipendenti delle pubbliche amministrazioni, imprenditori sociali interessati ai processi di riuso adattivo del patrimonio.

Obiettivi formativi specifici del Corso

Obiettivi generali Chi fa il patrimonio, chi costruisce patrimonio? La nuova condizione urbana determinata dalla diffusa urbanizzazione da una parte e dall’impegno a limitare il consumo di suolo dall’altro ha spostato sempre più l’attenzione sull’esistente, sulla sua trasformazione e riuso. L’assunzione di politiche rivolte all’heritage ha quindi la doppia valenza di confrontarsi con l’eredità, con il lascito dell’attività antropica, e nello stesso tempo di curare quanto lasceremo alla fruizione delle generazioni future. In questo nuovo scenario le comunità si rendono protagoniste di iniziative di riuso e di messa in valore dei manufatti esistenti contribuendo con le loro azioni alla costruzione di Patrimonio. Il concetto di Open Heritage acquista un valore cruciale nei processi di riuso, trasformazione e valorizzazione dell’esistente, in quanto connesso anche con la definizione di nuovi beni comuni e di prospettive di cura. L’heritage, e gli aspetti culturali ad essa legati, sono risorse decisive per il benessere (individuale, sociale ambientale) della città. Per questo, seguendo un’idea aperta di patrimonio, oggetti e siti si presentano piuttosto come attori di processi, complessi e indeterminati, non semplicemente immobili. Obiettivi formativi specifici e sintesi del percorso formativo Il progetto del riuso adattivo assume necessariamente una condizione di apertura, di possibilità e di dialogo con diversi fattori, da quello funzionale a quello estetico e anche performativo. Un progetto che fa della temporalità non un’eccezione, ma un fattore determinante del progetto. Non secondario in questo scenario è il rapporto con la questione dell’urbanizzazione, della densità e intensità d’uso dello spazio. La questione urbana è riletta così a partire dai concreti processi di riuso che si possono attivare dentro a un dominio di forze, tensioni, aspettative che ne determinano condizionandolo il potenziale di riuso e di adattamento che si vuole realizzare. Il riferimento ai transition studies è coerente con il quadro di complessità e di incertezza nel quale questi processi spesso si realizzano, per questo il riferimento a questa concettualizzazione costituisce una chiave per comprendere e saper governare la impredittibilità dei processi di riuso e di adattamento. Sono i processi di co-evoluzione insieme ai molteplici cambiamenti nella sfera socio-tecnica che è necessario prendere in considerazione per gestire i processi di adaptive heritage reuse

(AHR) così come rafforzare la resilienza è una strategia necessaria. Infine, il patrimonio culturale è un importante ambito di interesse in quanto fa emergere in modo anche più radicale i diversi aspetti delle pratiche di riuso adattivo del patrimonio. Le implicazioni dei processi di AHR sono diverse, intanto la sostenibilità ecologica e ambientale negli aspetti che sono più peculiari, poi ci sono le implicazioni sociali ancora più importanti nei processi di Open Heritage che, come detto, sono prodotti dall’iniziativa delle comunità. Non meno significative sono quelle che riguardano le risorse economiche e i diritti di proprietà connesse al patrimonio e alla sua trasformazione, in questo caso l’adattamento acquisisce forme e modi specifici. Per questo il terzo pilastro della formazione riguarda il confronto con le diverse implicazioni per considerare come queste differenti implicazioni entrano in gioco nei processi di AHR. La misurazione delle implicazioni diventa cruciale per le scelte relative alle politiche da intraprendere. La misurazione degli impatti sociali è da considerare un aspetto centrale delle politiche di riuso adattivo del patrimonio.

Sbocchi occupazionali e professionali previsti per i laureati

Le indagini di mercato nel settore dell’architettura e dell’urbanistica segnalano due necessità, in parte complementari, la formazione continua e la specializzazione/focalizzazione delle competenze. L’offerta formativa del MHMAR intende corrispondere ad entrambe le necessità segnalate formando esperti della rigenerazione urbana nella città post-pandemica. In particolare, si segnalano questi sbocchi occupazionali:

  • nel settore della progettazione architettonica;
  • nei processi di valorizzazione del patrimonio immobiliare;
  • nell’accompagnamento alla costituzione di comunità attive nella produzione culturale, nella coabitazione o nella fornitura di servizi; 
  • nella valutazione economica della sostenibilità dei processi di riuso;
  • nelle amministrazioni locali per i funzionari e i tecnici dei dipartimenti urbanistici, patrimonio e sociale;
  • negli enti pubblici per i funzionari e i tecnici impegnati nei settori urbanistico, patrimonio, sociale, abitare;
  • nelle ong, cooperative sociali e del terzo settore impegnati in progetti di cultural heritage e abitativi.